
Esploriamo la storia locale e non solo…
Presumibilmente tracciata su un sentiero boschivo già esistente, la Calà del Sasso venne costruita con l’aspetto attuale alla fine del XIV secolo inseguito alle decisioni prese in un’importante assemblea degli abitanti di Asiago che desideravano poter condurre il proprio legname fino alla vicina Valstagna in modo sicuro ed indipendente dai paesi limitrofi di Gallio e Foza che pretendevano pesanti dazi. L’iniziativa suscitò molti dissapori tanto che per riappacificare gli animi venne chiamato in causa il signore di quelle terre, il milanese Gian Galeazzo Visconti, il quale non solo ne riconobbe la legittimità ma concesse anche a Valstagna, i privilegi fiscali già elargiti all’Altopiano.

Valstagna, il simbolo del paese è il leone di San Marco con il libro chiuso e la spada alzata: il “leon de guerra”.
Per meriti di guerra trovandosi al ridosso del confine, la piccola comunità era esentata dal pagamento delle tasse dovute alla Serenissima.
Con Venezia i rapporti furono sempre molto stretti e privilegiati, una delle attività più importanti dei Vastagnotti era il trasporto ed il commercio di tronchi tagliati sull’altopiano, la menada. Venivano calati lungo la canaletta, appositamente costruita, sulla Calà del Sasso, quindi legati a formare delle zattere e fatti levitare attraverso la Brenta fino a Venezia.
A quel tempo infatti l’economia di Valstagna, data al conformazione della valle che disponeva di pochi terreni coltivabili si basava sul commercio del legname verso i porti fluviali di pianura.
“La Brenta” consentiva la fluitazione in menada, “condotta sciolta”, di notevoli quantità di legno prezioso e molto richiesto soprattutto dalla flotta navale della Serenissima Repubblica di Venezia; dopo la discesa e il traino a mano lungo la Calà, in località Fontanea questo veniva caricato su carri e condotto, quando possibile con l’aiuto del bestiame, fino al fiume.
Da Valstagna, che al tempo era il principale porto fluviale della valle, iniziava il viaggio del legname sulle zattere fino ad arrivare nei porti padovani e quindi a Venezia.

L’ARCHITETTURA
Questa imponente scalinata di 4444 gradini, che si colloca allo sbocco della Val Frenzela a Valstagna, tra le più lunghe al mondo è unica nel suo genere per il suo incredibile sviluppo e la sua straordinaria architettura, è stata edificata con grande ingegno con il preciso scopo di rendere agevole il trasporto a mano di materiale pesante, su di un percorso accidentato, ripido e molto scivoloso nei periodi di pioggia.
La carreggiata della “Strada del Sasso” è stata quindi divisa in due parti: la scalinata per il transito delle persone (1) formata da gradini in terra e pietrame battuti dallo zoccolo alto che permette una ferma presa nel terreno e l’altra riservata allo scivolamento dei tronchi (2) costituita da un cunettone lastricato in pietra inoltre di notevole interesse sono anche le strutture architettoniche e le canalette ideate per l’eliminazione e l’allontanamento delle acque meteoriche che altrimenti dilaverebbero la già tenera roccia calcarea e renderebbero il percorso impraticabile.
LA MEMORIA
La lunga tradizione popolare che permea la Calà del Sasso, su cui gradini salivano e scendevano in continuazione legnami, mercanzie ma soprattutto persone, si può oggi riconoscere nella memoria degli abitanti che nel corso delle generazioni l’hanno percorsa. Il nome stesso indica l’atto del “calare”, far scendere a valle, termine più frequentemente usato sull’Altopiano, mentre a Valstagna, vista come una salita nonché via principale di collegamento tra la montagna ed il fondovalle, era nota come Strada del Sasso. I riferimenti utilizzati lungo il percorso per identificare aree di sosta o località particolari prendevano generalmente il nome dalla presenza di peculiari morfologie naturali o elementi particolari come rocce, alberi o fonti d’acqua.

LA LEGGENDA
Narra un’antica leggenda del 1638 che una dama dell’Altipiano, Loretta, in attesa di un figlio dal compagno Nicolò, nell’imminenza del matrimonio fu colpita dalla peste. Il futuro sposo, scesa la Calà, noleggiò un cavallo a Valstagna e si precipitò a Padova alla ricerca di un unguento miracoloso che la potesse curare. Scesa la notte, gli abitanti del sasso, non vedendolo arrivare, partirono con le torce per andargli incontro, ma scendendo la Calà, videro altre luci che risalivano la mulattiera: era Nicolò scortato dai valstagnesi che lo stavano riportando verso casa con la medicina per Loretta. L’unguento guarì la sposa ed al matrimonio parteciparono, in segno d’amicizia, numerosi abitanti di Sasso e di Valstagna. Da allora si narra che se due innamorati percorrono assieme la Calà, mano nella mano, si ameranno per sempre.

Il percorso inizia nel fondovalle della Val Frenzela che si apre su Valsugana, da Fontanea (1) nota anche come Fonte del Bessele, sito di arrivo del legname dopo la calata e ristoro per i boschieri. Si prosegue con la Volta del Majo (2) la cirva di Maggio, per arrivare ad un nuovo punto di approvvigionamento idrico, la Vasca in cemento realizzata durante la Prima Guerra Mondiale nei pressi di una fonte probabilmente più antica della Fontanea (3). Salendo si arriva ad un piccolo piano sotto la valle delle Fiorentine che scenda dal Salto dei Cavalli, detto appunto Pian dee Fiorentine (4) seguito da una ripida salita detta Arto dee Fiorentine. Più in alto i versanti si avvicinano stringendo il sentiero tra le pareti di roccia in località Steti (5) a cui segue un’altra ripida salita dove probabilmente si trovava un tempo un Tigli, l’Arto del tajar (6). Si prosegue fino a Santantoni (7) un luogo di culto dedicato a Sant’Antonio Abate. Proseguendo ci si avvicina ad un’importante pilatro di roccia dall’aspetto di un antico torrione di un castello, il Castelier (8) seguendo da una profonda cavità nel terreno, la Spironcia (o Cuvata) (9) e quindi dal Camin (10), uno stretto passaggio tra le due pareti di roccia. Con un’altra ripida salita (l’Arto de Evina) la Calà si termina sul pianoro di Lobba in località Evina (11) presso Sasso di Asiago.
Grado di Difficoltà: medio-alto
Dislivello: 744 metri
Altitudine min: 221 m slm
Altitudine Max: 965 m slm
Lunghezza: 7 ca. Km (solo Andata)
Tempo di Percorrenza a piedi: 3h circa (andatura turistica)
Mezzi: consigliato uso scarponcini da montagna e bastoncini